Se cito Ray Allen probabilmente in pochissimi sapranno di chi sto parlando. Se invece cito Wolfang Mozart invece la questione è un po’ diversa. Quindi, perché affiancarli in un articolo il cui titolo è “N.1 si Diventa o si Nasce”?
Andiamo per ordine.
Ray Allen è stato premiato come miglior tiratore da tre punti della storia della NBA, lega americana di basket. Si tratta di talento?
Mozart e il suo orecchio assoluto sono conosciuti in tutto il mondo. Si tratta di talento?
In prima battuta si potrebbe pensare che sì, il talento esiste ed è proprio questo che può portare ad essere il N.1 e primeggiare.
Ma non è così.
Il coach di Ray Allen racconta che ai tempi del liceo il ragazzo non era il più bravo, il più talentuoso o il più preparato nei tiri da tre punti. Anzi, non gli riusciva nemmeno molto bene.
Mozart fin dai primi anni di età fu addestrato dal padre, un musicista che non riuscì ad emergere e che si dedicò a trasferire la sua passione al figlio. E ciò che la scienza ha scoperto, fino ad oggi, è che se il piccolo non fosse stato esposto alla musica in modo continuativo non avrebbe mai sviluppato tale capacità. In sostanza non aveva nessun talento, se non quello che la maggior parte di noi possiede: un cervello flessibile e adattabile.
E Ryan? Com’è riuscito a diventare il N.1? Con tenacia e forza di volontà (e un bel po’ di impegno) si è allenato costantemente tanto da diventare così bravo da riuscire a tirare dai tre punti con tanta fluidità ed eleganza che fu scambiato per un talento naturale.
Il segreto è la pratica. Ma non la pratica casuale, ma la pratica intenzionale o deliberata, cioè praticata con l’intento preciso di migliorare un aspetto particolare di ciò che si intende modificare.
Per poterlo fare serve:
- restare concentrati su ciò che si sta facendo
- avere feedback, cioè sapere se si sta migliorando, cosa si sta sbagliando e cosa va modificato
- uscire dalla propria zona di comfort, cioè spingersi oltre il proprio e quindi impegnarsi a fare qualcosa che non si sa ancora fare bene
Ecco che con la pratica deliberata ti devi proporre di uscire dalla tua zona di comfort, con obiettivi chiari e un piano dettagliato per raggiungerli, in modo focalizzato e monitorando i progressi. Per questo ti serve scoprire come mantenere la motivazione.
Quel che ti sto dicendo di fare, se vuoi migliorare davvero e distinguerti, è di smettere di fare “quanto basta” e fare quel qualcosa in più che fa la differenza.
Se vuoi approfondire l’argomento puoi leggere il libro di R. Pool “N.1 si diventa” mentre se preferisci fare un po’ di pratica deliberata il mio consiglio professionale è di frequentare questo corso per capire come superare gli ostacoli che il cervello crea quando gli chiedi di fare qualcosa di nuovo.
In ogni caso, N.1 non si nasce, N.1 si diventa. Perché l’allenamento vince sul “talento”, se il talento non si allena.