Ogni giorno la vita ci può presentare una serie di circostanze difficili da affrontare e potremmo faticare a reagire a questi “urti”.
Ma è proprio questa capacità di restare solidi, di rimanere in piedi o comunque di saper rialzarsi e andare avanti di fronte alle avversità che ci tiene al sicuro dalle durezze della vita.
Questa capacità si chiama resilienza, un termine che deriva dalla metallurgia, ed è una combinazione di personalità e gestione delle emozioni che si uniscono nel più ampio concetto di intelligenza emotiva.
Perché la resilienza è così importante?
Ci sono situazioni che sono impossibili da sistemare, e per quanto tu ti possa sforzare, non puoi cambiare gli eventi che si sono verificati e l’impatto negativo che essi hanno prodotto sulla tua vita. In queste condizioni, la resilienza viene però in tuo aiuto, offrendoti la possibilità di affrontare l’oggi e il domani in modo più positivo.
Già, purtroppo certe cose capitano, ed essere resilienti non cancellerà i problemi: questo lo devi sapere. Ammetterlo ti darà la forza di intendere la vita in un modo nuovo, e di prevenire o almeno ridurre i danni delle avversità. Infatti alcune persone riescono perfino ad uscire rafforzate dopo aver subito una grave incidente o nel combattere contro una malattia, per esempio.
Alcune ricerche inoltre evidenziano come la resilienza, e quindi l’intelligenza emotiva in genere, può proteggerti dallo stress, risolvere problemi di ansia e altri disturbi emotivi, può rendere più forte e resistente il tuo fisico contro il diabete e patologie cardiaci.
Quali sono le caratteristiche di una persona dotata di resilienza?
Per rispondere a questa domanda voglio usare le qualità che sono state identificate da Nancy Davis, ricercatrice e psicologa americana.
Buona salute, buon temperamento, vedere il significato della propria vita, avere fede, possibilità di aiutare gli altri, volontà di impegnarsi nel sociale, essere dotati di pazienza, creatività, humor e autostima, avere delle relazioni stabili, essere empatici e avere fiducia, possedere un buon livello di comunicazione, avere una mente aperta e capacità di programmare, saper valutare le conseguenze delle proprie azioni e possedere un’elevata intelligenza emotiva sono i tratti comuni degli individui resilienti.
A questo punto si tratta di porsi una domanda, forse la più importante di tutte:
Come posso sviluppare resilienza?
Ecco alcuni suggerimenti che possono aiutarti.
- Costruisci relazioni forti con la tua famiglia e con i tuoi amici.
- Inizia a essere fiero di te stesso: pensa alle tue qualità positive e ai tuoi punti di forza.
- Compi ogni giorno un’azione che ti renda fiero e ti faccia sentire realizzato.
- Sii flessibile (e questo ce lo diceva già Darwin qualche anno fa…).
- Prenditi cura di te stesso!
- Vai al passato e trova uno o più momenti difficili che hai superato quando sentivi invece di non potercela fare: cosa ti ha aiutato a risolvere la situazione? Cosa non ti è stato d’aiuto? Come sei cambiato dopo aver superato quella situazione?
Ti propongo un’idea, diciamo un esercizio: scrivi su un quaderno (quello che hai già usato per fare definire la tua mission, vision, etc…) i tuoi pensieri e le emozioni che provi circa ciò che ti succede. Magari scrivi soltanto le più significative, in modo che la scrittura sia utile a focalizzare e fissare nella tua mente ciò che provi e il modo in cui lo affronti.
Oltre a questo, ti suggerisco di iniziare a prendere confidenza con quelle che l’International Resilience Project chiama le “tre fonti” e cioè:
- I sostegni sociali: persone che ti mostrano con il loro esempio come agire o persone che ti aiutano quando ne hai bisogno.
- Le forze interiori di cui essere orgoglioso e fiero di te.
- Le abilità interpersonali: le tue capacità di parlare agli altri di ciò che provi, di trovare modi per risolvere i problemi e di capire quando è il momento giusto di parlare, agire, tacere etc…
Ora però andiamo sul pratico, perché la teoria va bene fino a un certo punto.
Prendiamo quel maledetto terremoto che ha fatto crollare ponti, case, palazzi… Quel disastro che ha lasciato molti abitanti senza un posto in cui vivere, senza un lavoro e, ancora peggio, senza una mamma e un papà. Pensiamo a quel bambino che si trova, nel giro di pochi minuti, senza le persone che più contano nella sua giovane vita.
Cosa posso dire a quel piccolo? Che la merda non esiste? Che va tutto bene? No, perché ciò che è successo è terribile e ti segna. Inevitabile. Allora cosa si può fare?
Gli direi che mi dispiace, lo stringerei al petto, e lo farei sentire protetto. Gli direi che purtroppo è capitato anche se non so dargli una valida ragione perché è capitato proprio a lui. Gli racconterei che ha una nonna, un nonno, degli zii… Che lo ameranno, che si occuperanno di lui. E che se Dio vorrà conoscerà tante brave persone che lo aiuteranno. Che per quanto assurdo possa sembrare, lui è ancora vivo e può sognare una vita migliore di quel che ha, adesso. Gli direi che il sole tornerà a splendere nella sua vita, anche se adesso è nascosto dietro le nuvole. Soprattutto gli mostrerei i sorrisi e il calore delle persone, perché tra di loro, in un modo o nell’altro, riceverà del bene.
Insomma hai capito, qui non si tratta di far finta che il male non accade e che i problemi non esistono. No, nulla di tutto ciò. Per questo ti riassumo in poche righe cosa, per me, significa possedere intelligenza emotiva e in particolare resilienza, perché al di là delle ricerche, degli studi e di tutto il resto, si tratta di avere questa capacità: quella di saper dire, quando si è verificato un disastro o un incidente di percorso, “ok, è successo, ma ho la possibilità di scegliere se soffermarmi nel punto in cui mi trovo e continuare a soffrire, oppure fare qualcosa per stare meglio”.
Si tratta di fare qualcosa per se stessi.
Ogni giorno un passo. Ogni giorno un pezzo. Ogni giorno un po’ di più.
Ricorda: puoi farcela.