Il primo passo per gestire le emozioni

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Immagina che cosa significherebbe crescere in una famiglia non dotata di empatia. In casa si aspettano che tu sia sempre felice, tranquillo, “a modo”, e quando manifesti la tua tristezza, la rabbia o la paura, queste emozioni vengono ignorate se non addirittura bandite.

Immagina che nel provare a spiegare come ti senti in realtà, i tuoi genitori ti dicano di non lamentarti, che non si “deve” aver paura di quelle che loro chiamano sciocchezze, né tantomeno arrabbiarsi per una stupidaggine così, e magari anche che non c’è nessun motivo per essere tristi (visto che sei un bambino e “i bambini dovrebbero sempre essere felici” – ma per carità! –)

Immagina che, per sentirti approvato dai tuoi genitori, fai sempre del tuo meglio. Ma nella tua vita accadono quotidianamente cose che non ti permettono di vivere sempre felice.

Un brutto voto, i compagni che ti prendono in giro, la fidanzatina o il fidanzatino che ti lascia… giusto per citare qualche esperienza comune ai più.

Provi a reclamare, a farti valere almeno in famiglia, magari sbotti e ciò che ottieni è “devi imparare a startene zitto” oppure “di sicuro avrai fatto qualcosa di sbagliato” e vieni punito per la manifestazione dei tuoi sentimenti.

Risultato? Dopo un po’ impari davvero a tenere tutto per te.

“Com’è andata a scuola?” chiedono i tuoi.

“Bene” rispondi tu con una faccia come se fosse morto il gatto.

“Perfetto” aggiunge tua mamma.

“Allungami la bottiglia dell’olio” dice tuo papà.

Ecco che senti che non sei come loro, che forse sei “sbagliato” perché la tua vita non è perfetta. Ci sono giorni in cui hai paura. Altri in cui ti senti in collera con il mondo. E altri ancora in cui ti senti così solo, triste, e vorresti solo che qualcuno ti ascoltasse.

E visto che in famiglia nessuno presta attenzione a come stai, forse, non è poi così importante cogliere lo stato d’animo altrui.

Ma se le cose andassero diversamente?

Se ti avessero insegnato a manifestare i tuoi sentimenti? Se ti avessero detto che tutte le emozioni sono utili e il fatto di riconoscerle in te stesso e negli altri farà una grande differenza nella tua vita?

Forse a quel “com’è andata a scuola?” potresti rispondere “Oggi proprio male” ed esprimere la tua tristezza.

“Caspita, me ne vuoi parlare? Ti ascolto” direbbe tua madre.

“Dai campione, capita anche a me di avere giornate no sul lavoro” aggiungerebbe tuo padre.

Probabilmente, in una casa come questa, non dovresti tenerti tutto dentro, fingere ciò che non sei, e impareresti a comunicare i tuoi sentimenti, a regolarli e cogliergli negli altri.

E potresti coltivare il terzo pilastro dell’intelligenza emotiva: l’empatia, cioè la capacità di sentire quel che sente un’altra persona, rilevare con precisione le emozioni degli altri e comprendere ciò che veramente accade loro.

Come si fa a comprendere le persone? Ascoltare e osservare rappresentano gli elementi più importanti dell’empatia. Quindi guarda fuori per capire e apprezzare gli altri. Ascolta le parole, osserva il linguaggio non verbale e le espressioni facciali. Coglierai un mondo nuovo, in grado di aprirti la strada verso la costruzione di relazioni più profonde e durature.

Certo, non è semplice. Personalmente studio questi aspetti da anni, e mi sono così appassionato da diventare un’analista comportamentale certificato ISFE (vedi i miei corsi qui). Ma non ti viene richiesto di farne diventare un lavoro come lo è diventato per me, ma di esercitarti a sviluppare questo aspetto della tua intelligenza emotiva.

Per farlo ti suggerisco un esercizio molto valido e che puoi svolgere in autonomia.

Prendi un film che ti piace e silenzia l’audio. Osserva bene quanto accade, e dopo qualche minuto – ne bastano 3-4 minuti per volta – torna indietro e goditi la visione ma stavolta alzando il volume a un livello consono. Lo scopo è di individuare nei volti e nei movimenti del corpo quali emozioni stanno provando i protagonisti.

Questo esercizio ti aiuta a diventare più attento ai segnali non verbali che le persone ti inviano quotidianamente e capire quindi, con più profondità, il mondo interiore dell’altro.

Non credere a chi dice che l’empatia ce l’hai o non ce l’hai. C’è chi è più predisposto, ma tutti possiamo impararla.

Esercitati, fai pratica, studia. Pochi minuti al giorno che faranno una grande differenza nella tua vita personale e professionale.

E come sempre, dai il tuo meglio (H2H).