Il primo passo per gestire le emozioni

Leggi anche: Il terzo passo per gestire le emozioni

Sembra che certe persone sappiano sempre cosa dire e quando dirlo.

Come fanno? Come fanno ad avere tali relazioni profonde? Come fanno a farle durare nel tempo?

È che hanno capito come gestire i rapporti perché la differenza tra un’interazione e un rapporto non ha a che fare con la frequenza degli incontri, ma con la risultante della qualità, della profondità e del tempo che dedichi a interagire con un’altra persona.

Per fare in modo che ciò avvenga è importante (credo sarebbe meglio dire fondamentale) prendere dalle prime tre componenti dell’intelligenza emotiva: l’autoconsapevolezza, l’autoregolazione e l’empatia.

La gestione dei rapporti rappresenta il legame che costruisci con gli altri nel corso del tempo: i rapporti solidi sono qualcosa da cercare e coltivare.

Soltanto che quasi tutti noi diamo il nostro meglio all’inizio ma poi non siamo altrettanto capaci di sforzarci lungo il cammino. Già, perché tutte le relazioni hanno bisogno di un qualche sforzo, ma lo facciamo davvero?

Riprendendo l’affermazione con la quale ho iniziato questo articolo “Sembra che certe persone sappiano sempre cosa dire e quando dirlo” possiamo sostenere che la somma di autoconsapevolezza + autoregolazione + coscienza sociale dà come risultato finale un aumento della tua capacità di gestire i rapporti nel modo più efficace.

Per riprendere quanto esposto in precedenza:

  • Autoconsapevolezza: ti serve per osservare le tue emozioni e capire se vengono soddisfatte
  • Autoregolazione: ti è utile per esprimere i tuoi sentimenti nel modo adeguato
  • Coscienza sociale: ti è necessaria per capire meglio i bisogni degli altri

A questo punto, se metti insieme il tutto, ti è più facile comprendere perché certe persone riescono ad avere rapporti duraturi e profondi: si dedicano prima a questi tre aspetti.

Tuttavia, il discorso non sarebbe completo, mancando un tassello importante per avere le relazioni che desideri.

Un esercizio che puoi fare per andare in questa direzione è l’apertura: aprirsi significa essere capaci di condividere con gli altri qualcosa che riguarda te stesso. Certo, puoi decidere tu il grado di apertura sulla base delle tre caratteristiche di cui sopra, ma sappi che quando l’apertura aumenta, lo spazio per i malintesi si riduce.

Cosa ancora più importante, e che dovrebbe avvenire prima, un po’ come se fosse un esercizio propedeutico per arrivare a padroneggiare un’abilità (come l’equilibrio per riuscire ad andare in bicicletta) è il mostrare vero interesse per le persone e la loro storia.

Questo concetto viene espresso da Dale Carnegie già nel 1936 nel suo libro “Come trattare gli altri e farseli amici”. Se ancora non lo hai letto ti consiglio caldamente di farlo, perché nonostante sia un testo di quasi novant’anni fa, il principio risulta attualissimo. Molto interessanti sono anche le storie in esso raccontate.

Cosa resta da fare adesso? Sulle prime tre caratteristiche della IE ci vuole pratica, pratica e ancora pratica. Su quest’ultima invece… pratica, pratica e ancora pratica.

Buon divertimento! E, H2H, dai il tuo meglio.