Cosa fare per diventare un esperto (in 480 parole)

Quando si usa la definizione “esperto” il richiamo al concetto di esperienza viene quasi automatico. Ma ciò che vorrei chiarire fin da subito, giusto per evitare le stesse trappole di alcuni articoli farlocchi che infestano il web e fare invece in modo che tu possa investire bene il tuo tempo, è che quando parlo di esperto non intendo il più bravo di tutti, ma quello che ha letto di più, che ha sperimentato di più, che ha cercato di più, che ha fallito e ha riprovato per il gusto di imparare e migliorarsi continuamente.

 

Forse conosci la teoria delle 10.000 ore (in caso leggiti Malcom Gladwell) secondo la quale servono appunto almeno 10.000 ore per diventare bravi in qualcosa.

Certo, si parla di pratica. Ma attenzione: non è la pratica a rendere perfetti, ma la pratica giusta.

La domanda allora è: “cosa fare per diventare un esperto?”

“Pratica deliberata”, questa è la risposta. Ossia uscire dai confini della zona di comfort e imparare da essa.

Un esempio per chiarire il concetto: voglio migliorare nel parlare davanti a un pubblico. Ora, l’intuizione porterebbe a dire che per farlo dovresti parlare più e più volte di fronte a una platea… Sì, ma anche no. Sì, qualcosa cambierebbe, forse qualche aspetto si ottimizzerebbe, ma potresti continuare a fare pratica ripetendo continuamente gli stessi errori. Perché fare la stessa cosa per un numero indefinito di volte non crea percorsi neuronali nuovi nel tuo cervello.

Fare “pratica deliberata”, invece, significa esercitarsi per perfezionare un aspetto specifico della tua prestazione, che nel caso del public speaking potrebbe essere la postura. Quindi ti eserciti facendo attenzione a questo particolare aspetto.

Sono, infatti, l’intensità e la concentrazione nella pratica che permettono (in realtà “costringono”) il cervello a imparare e ricordare cose nuove.

Attenzione e concentrazione, ecco qual è pratica giusta.

Te lo chiedo ancora: a questo punto “cosa fare per diventare un esperto?

Fare “pratica deliberata”. Sì e anche no.

Ma se hai detto…? Sai, quasi tutti i musicisti si esercitano con la tendenza a suonare ciò che conoscono meglio. Ma i musicisti migliori fanno qualcosa di diverso: si concentrano sulle parti più difficili, quelle che ancora non padroneggiano.

Per diventare un vero esperto allora devi fare come loro:

  • Non si esercitano se non sono perfettamente concentrati
  • Non studiano pezzi che conoscono già alla perfezione
  • Non ripetono gli errori, perché sanno che si andrebbero a radicarsi nella memoria

Il cervello quando apprende una cosa nuova consuma energia per elaborarla e convertirla in memoria. Una volta appresa, questa viene trasformata in un file di facile accesso che consuma meno energia. Per ciò è molto facile ripetere gli errori del passato, perché sono conservati in ricordi di lungo termine e di accesso facile, economico e rapido. Hai capito perché serve porre attenzione a ciò che si fa?

Pratica. Pratica. Pratica. Ecco il segreto. Ma purché sia “deliberata”.

Dai il tuo meglio.