ESSERE PADRE (scritto il 25/04/2022)
Ho pensato a lungo prima di pubblicare questo articolo. Più che altro si tratta di una riflessione scritta durante i giorni di isolamento di mia moglie. Giorni nei quali il Covid sembrava superato e invece ha colpito quasi tutti i componenti della nostra famiglia di origine.
In quei giorni ho vissuto lontano da mia moglie, nella casa dei miei genitori, in mansarda con mia figlia, Giulia. Abbiamo dormito insieme, su in quella stanza che prima di diventare nostra era stata mia, al tempo in cui ero solo un ragazzo di una trentina d’anni.
In quel periodo abbiamo condiviso molte cose e ricorderò soprattutto la semplicità delle serate a guardare la tv, facendo i pic-nic notturni (così li chiama Giulia quando mangia i cracker a letto), pregando che Alessandra guarisse presto.
Ed è in quella preghiera che è racchiuso il senso di quanto sto scrivendo. So bene che qualcuno potrebbe non trovarsi d’accordo con ciò che leggerà da qui in poi, ma questo è quello che ho sentito e che ho trovato dentro il testo di una canzone, “Per favore” di Nyv.
Non è una canzone scritta per un* figli* ma per una persona con la quale vorresti fare l’amore.
Eppure fino al punto in cui ricopio il testo io l’ho trovata perfetta per spiegare cosa intendo con l’essere padre.
Amerò gli sbagli
Che farai nei miei confronti
Asciugherò i tuoi pianti
Proteggerò i tuoi sogni
Mi tufferò a salvarti
E ti stringerò le mani
Poi rideremo negli abbracci
E ci capiremo nei silenzi
Indosserò i tuoi panni
Anche se mi staranno stretti
E ti difenderò se tu vorrai odiarmi
Non me ne pentirò
Se vorrai andare via
Esiste un tempo dentro al cuore
Che non finisce mai
Ti chiederò di amarmi, per favore
Resterò in silenzio ferma ad aspettare
Per tutto il tempo che avrai bisogno
Spero di esserne capace.
Luca