Ormai lo sai: le parole hanno un potere enorme. E l’uso che ne fai può fare la differenza nella vita di una persona, soprattutto in quella di un bambino.
Ogni giorno infatti lanciamo una serie di segnali comunicativi, verbali e non (si stimano 7.000 per l’uomo e 20.000 per la donna: hai capito perché gli uni tendono a parlare di meno e le altre di più?) e abbiamo tantissime occasioni per “parlare bene”.
L’altro giorno mi è capitato di sentire un genitore dire al proprio figlio: “non litigare a scuola!”.
Il bambino lo ha guardato e ha fatto un cenno con il capo.
Secondo te, cosa gli è rimasto in testa? Il fatto di comportarsi “bene” oppure la parola “litigare”?
Pensaci un attimo: se invece di dire NON LITIGARE quel genitore avesse detto “divertiti oggi a scuola, e magari gioca con i compagni con cui vai d’accordo” quale tipo di pensiero avrebbe prodotto nella mente di suo figlio?
Vedi, la sequenza è questa: Parole -> Azioni -> Emozioni -> Pensieri e viceversa.
Utilizzando un linguaggio positivo non solo alleni te stesso a osservare il lato migliore delle situazioni, ma insegni anche a chi ti sta a fianco a produrre una serie di comportamenti utili e specifici per migliorare la sua vita.
Vuoi una dimostrazione velocissima di come le parole influenzano i tuoi pensieri?
Bene. NON PENSARE A UNA MELA AZZURRA.
Ora dimmi: qual è la prima cosa che hai registrato? Pensare a una mela azzurra? Ma dai… Eppure ti ho chiesto di non farlo! Quindi se questo è vero per una mela azzurra, quando dici a tuo figlio “non litigare a scuola”, anche se non lo fai volutamente, hai fatto che sì che lui registrasse nella sua mente la parola litigare e quindi hai creato la possibilità di una sua azione in tal senso.
Se invece utilizzi la frase come nell’esempio riportato poco più sopra, ciò che trasmetti è: divertimento, gioco, compagni, andare d’accordo.
Parole molto più positive, non credi? Hai espresso lo stesso concetto e hai lasciato una traccia totalmente diversa, sia in te stesso che in chi ti ascolta.
Facciamo un altro esempio:
“Non correre per i corridoi del supermercato!”
Come puoi esprime meglio lo stesso concetto?
“Quando entriamo al supermercato cammina lentamente vicino a mamma.”
Entrambe le frasi si propongono di ottenere lo stesso risultato, soltanto che una non ti dice cosa vuoi davvero e lascia un traccia di un certo tipo nel circuito neurologico, l’altra trasmette un messaggio espresso in positivo, chiaro e specifico.
La domanda è: questo atteggiamento può fare la differenza?
Certamente, e questo te lo spiego bene nel corso di P.A.R.E.N.T coaching a cui ti invito caldamente a partecipare – segui il mio blog o la pagina facebook – se da più di 40 anni il popolo danese è tra i più felici al mondo un motivo ci sarà… ma non pensarci ora, ok?
Piccoli accorgimenti linguistici, allenandoti quotidianamente, faranno la differenza nella tua vita e in quella delle persone che ti stanno a fianco: “le piccole cose costruiscono le grandi cose”. E se hai dei dubbi, pensa ai Lego!
Siamo quasi giunti al termine di questo breve articolo e sono sicuro che ti sarai accorto che qua e là ho disseminato alcuni NON in modo consapevole. Infatti puoi scegliere di usare il linguaggio che preferisci, purché tu sappia quale risultato vuoi produrre. Quindi, quando parli con qualcuno, chiediti: quale risultato voglio ottenere da questa conversazione? PARTI CON LA FINE IN TESTA, leggi “Le 7 regole del successo” e mi raccomando, domani, quando saluterai tuo figlio davanti al cancello di scuola evita di dire “non litigare oggi”. Aiutalo a iniziare al meglio la sua giornata. Ma per prima cosa, aiuta te stesso a stare dal lato buono della questione.
Arrivederci al prossimo articolo.
DAI IL TUO MEGLIO. Sempre.