Come superare una crisi

Qualcuno ti ha ferito, chi ti sta intorno non ti capisce, con il partner va male, di lavoro meglio non parlarne… Quando ci sentiamo in crisi siamo portati a dare la colpa agli altri o a qualcosa di esterno, che non dipende da noi.

Insomma, non sappiamo quasi mai come superare una crisi.

Eppure molti ci dicono che le cose stanno un po’ diversamente. Ci insegnano ad  assumerci la responsabilità di ciò che ci accade, di smettere di incolpare il mondo per i nostri momenti “no” e di fare qualcosa per cambiare.

Ma è davvero così?

Scopriamolo insieme.

Voglio partire dalla parola “responsabilità”. Cosa significa? Respons-ability, cioè l’abilità di dare risposte adeguate a ciò che ti accade. O se ti piace di più, dal latino, “rispondere, cioè dare risposte”.

Inglese o latino, scegli tu, la base del ragionamento è la stessa: dare una risposta a ciò che stai attraversando. E la risposta presuppone un altro pilastro: la domanda. Già, come da tempo sostengo, se ti poni le domande giuste ottieni le risposte “giuste”, ma se ti fai le domande sbagliate, allora…

Procediamo e uniamo i pezzi, perché il titolo dice “come superare una crisi”, corretto?

Nel greco antico la parola crisi significava sia pericolo che opportunità. Anche nel libro cinese degli oracoli, conosciuto come I Ching, esiste un esagramma che ha lo stesso duplice significato: pericolo e opportunità.

Infatti, la crisi ha la caratteristica di essere una situazione che ci spinge nella direzione di prendere una decisione, donandoci la possibilità di raggiungere un nuovo equilibrio.

Quindi, qual è lo scopo di una crisi fisica o psicologica?

Quello di portarci verso il cambiamento.

  1. “Quale opportunità si cela dietro al momento che sto vivendo?”
  2. “Cosa mi sta insegnando la vita?”
  3. “Come voglio stare a partire da oggi?”

Ti poni questi interrogativi o sei abituato a restare ancorato (fossilizzato) al passato ripetendoti “perché proprio a me?” Ha più l’aspetto di un mantra negativo piuttosto che una domanda in grado di risollevarti, non trovi?

Ok Luca, ho capito… ma come superare una crisi?

E’ necessario un cambiamento, cioè iniziare a vedere una nuova prospettiva, modificare un comportamento o andare oltre una convinzione. Perché la crisi ti sta dicendo che lo stato in cui ti trovi non va più bene, che serve fare qualcosa di concreto. Ti sta dicendo che è meglio decidere di “fare”. Sì, è necessario agire.

Invece molti hanno la convinzione che “il tempo sistemi” le cose, ma è una visione miope della vita. Il tempo non sistema nulla: perché se tutto rimanesse fermo, anche tu resteresti bloccato in quello stato negativo.

Come posso affermarlo con sicurezza? Ripensa a una tua esperienza del passato e osserva ciò che è accaduto. Fatto? Ti sarai reso conto che in quel tempo sono avvenute un sacco di cose… Magari le hanno fatte gli altri, oppure anche tu stesso in modo inconsapevole (mi riferisco alla diversa percezione dei fatti, nuovi incontri, nuovi stili di vita, nuovi lavori, etc…) ma qualcosa si è mosso, c’è stato qualcuno che non ha aspettato, anzi.

La crisi quindi ci offre un’opportunità da cogliere e che porta più o meno questo messaggio: vuoi essere tu il principale artefice della tua vita e assumerti la responsabilità di far dipendere da te gli eventi futuri?

Ecco che il puzzle si completa: crisi/opportunità, responsabilità e cambiamento.  E la colla che tiene insieme i pezzi è proprio la decisione (dal latino, “toglier via”), cioè eliminare quanto non è più utile e andare incontro a ciò che è più adatto al nuovo equilibrio.

Ecco che scegliere le domande giuste, smettere di dare la colpa agli altri e centrare il focus su noi stessi ti offre uno strumento utilissimo per superare una crisi.

Fai attenzione anche alle parole che usi. Perché alcune sono più potenti di altre e molte delle risposte che riceverai dipendono dalle parole che scegli.

Qualche giorno fa ho sentito un’amica, operata da poche settimane di tumore. Tralascio i dettagli e ti riporto una sua frase: “attraverso la malattia, in particolare con ciò che è avvenuto dopo l’operazione, ho imparato a vivere davvero”.

Ecco il “come” di questo titolo: cambia la prospettiva. Accetta l’idea che puoi incontrare una battuta d’arresto, a volte anche dolorosa, e che dentro di te hai infinite risorse.

Perché “la vita non è ciò che dovrebbe essere: la vita è ciò che è. Ma la differenza la fa in modo in cui decidi di affrontarla” (V. Satir)

Adesso, come vuoi vivere il tuo presente? Puoi maledire ciò che ti è capitato, oppure considerarlo il tuo più grande maestro. La mia amica lo ha fatto.

E ricorda: dai il tuo meglio.