Nelle aziende italiane (e non solo) il più grande spreco di risorse riguarda proprio le “risorse” umane.

Secondo alcune ricerche (vedi “Soft Skill” di Luca Brambilla) “le persone si impegnano fino al 50% in meno del loro potenziale perché non sono correttamente motivate.”

Questa mi pare già un’ottima ragione per la quale un manager dovrebbe indirizzarsi verso quella che mi piace definire leadership 4.0.

Purtroppo si è parlato molto negli ultimi anni di azienda 4.0 ma troppo poco si è parlato di persone 4.0. Dal mio punto di vista ogni manager dovrebbe accettare come suo compito principale quello di rendere stimolante e sfidante il lavoro dei propri collaboratori e dell’ambiente in cui essi si relazionano.

In linea di principio l’affermazione appena fatta potrebbe trovare ampio consenso ma si pone subito un problema: come ottenere tutto ciò?

Vi sono 7 step che il manager può seguire per ottenere risultati importanti in tal senso.

Vediamoli.

  1. Obiettivi sfidanti. Il leader che assegna ai suoi collaboratori compiti complessi ma raggiungibili, non solo fa crescere le competenze delle risorse coinvolte, ma dimostra di credere nelle loro capacità. Spesso, invece, anche persone capaci, si ritrovano a svolgere compiti di routine che finiscono con il demotivarle.
  2. Libertà. Il troppo controllo va nella direzione opposta alla fiducia di cui più sopra. I collaboratori vanno lasciati liberi di sbagliare o a lungo andare non rischieranno più, appiattendo le loro performance e quelle della squadra. Viceversa, se lasciate libere le persone tendono ad assumersi più responsabilità e coltivano un senso di gratitudine verso il proprio “capo”.
  3. Delega e controlla. Le due parole vanno a braccetto. Ma il controllo di cui parlo deve essere programmato e diventare un momento di confronto per capire se la risorsa ha tutte le informazioni e capacità per proseguire nel suo intento.
  4. Ascoltare con attenzione ha a che fare con il rispetto verso i membri del proprio team. Come esige ascolto, il leader deve ascoltare allo stesso modo, magari appuntandosi le cose importanti e prendere spunto dalle idee che emergono durante i colloqui, formali o informali che siano.
  5. Le aziende sono fatte di persone. Persone che hanno bisogno di essere trattate come tali. Necessitano di comprensione, di calore, di incoraggiamento. Si tratta di saper coltivare empatia, qualità importantissima per il leader 4.0. Addirittura secondo Daniel Goleman, esperto di intelligenza emotiva, l’empatia è la qualità più apprezzata nei leader dai propri collaboratori.
  6. Story-telling. Saper raccontare le proprie esperienze, quelle di successo per essere un esempio, ma anche quelle meno soddisfacenti per dimostrare che si può sbagliare, che il leader è una persona con i propri pregi e difetti, come ogni collaboratore della sua squadra.
  7. Feedback positivi. Dare feedback focalizzandosi sugli aspetti positivi di una situazione è probabilmente lo strumento pratico più potente per motivare e far crescere una persona. Questo non significa che il leader 4.0 deve dimenticarsi di ciò che non va. Ma sto dicendo che c’è modo e modo per riprendere un errore.

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