La paura numero 1

La paura numero 1 (la seconda, per qualcuno la terza, insomma, tra le prime tre)

Morte. Ragno. Parlare in pubblico. Hai letto bene.

Magari per te non è così, ma leggi l’articolo fino alla fine: c’è qualcosa che potrebbe interessarti.

Le persone hanno paura di morire.

Hanno paura dei ragni (a meno che non si venga trasformati in SpiderMan).

Hanno paura di parlare in pubblico.

Mettersi davanti ad altre persone, essere osservati, a volte giudicati, riguarda tutti noi: dallo studente al manager della multinazionale, passando per venditori, insegnanti, dottori, e chiunque si trovi a presentare un argomento in presenza di due o più persone.

Se ti è capitato di vedere il film “Il discorso del re”, vincitore di quattro premi Oscar, conosci la storia (ispirata a Giorgio VI, re del Regno Unito fino al 1952): anche se sei tra uno degli uomini più importanti della nazione, qualche problema, nel momento in cui devi sostenere un discorso in pubblico, lo potresti incontrare.

Perché questa paura, che sicuramente non è un’attività che ti ammazza di per sé, è così “sentita” dalle persone?

Il timore del pubblico è associato alla preoccupazione di perdere il controllo, dell’essere giudicati, dell’imbarazzo. Insomma, le persone – non tutte – temono il confronto e l’essere esposti.

Ma dicevo, perché questo argomento dovrebbe riguardare un po’ tutti? Te lo spiego subito: hai un’interrogazione davanti ai tuoi compagni di classe e ti senti “osservato”; hai una riunione con il capo e temi il suo giudizio; incontri una ragazza al bar che ti piace e non riesci a mettere in fila tre parole sensate. O, anche, semplicemente racconti una barzelletta e temi di non raccontarla bene perché sono tutti lì a guardare e ascoltare te. Continuo con la lista? Hai già capito il concetto: perfino al telefono qualcuno si “vergogna”. E ripeto magari non riguarda te, ma quel che ti sto per dire potrebbe aiutare un tuo amico, un tuo collega o tuo figlio.

Secondo lo psicologo e psicoterapeuta Giorgio Nardone, il dichiarare il tuo stato d’animo con una frase tipo “Scusatemi, sono molto emozionato, e se dovessi bloccarmi portate pazienza” aiuta chi ti sta di fronte ad essere empatico. Questa dichiarazione permette infatti all’interlocutore – il tuo pubblico – di entrare in sintonia con te e porta il vantaggio, per chi deve parlare, di eliminare l’ansia da prestazione.

Nardone può vantare su una grandissima esperienza ed è fuori discussione che abbia aiutato migliaia di persone in questi anni.

Mi permetto, però, di esprimere a riguardo un pensiero che ritengo andare in una direzione diversa da quella suggerita dallo psicologo.

La paura è un’emozione che come tale va accolta e, nell’accettarla, ci porta un messaggio: preparati.

Preparati significa fare, fare e ancora fare. Per acquisire la sicurezza di ciò che vuoi dire, per ottenere la fluidità nel linguaggio, per scoprire che si tratta di far leva su ciò che tu pensi di te stesso.

Fai prove con un numero limitato di persone e quando ti senti più sicuro, aggiungi qualche persona in più.

Parto da questo presupposto: parlare con una persona lo sai fare? E con due? Quindi fino a due persone sai gestire la situazione? Sei riesci con due, credi di potercela fare anche con tre? Arriviamo a un numero di persone (per te) gestibile. Dov’è l’insicurezza?

In ciò che vuoi dire? Nel timore del giudizio altrui?

Chissà, forse allora non è paura di parlare in pubblico, ma qualcosa che potrebbe avere a che fare con l’autostima o la sicurezza di sé.

Semplificando, a mio avviso, riuscire a parlare davanti a una platea, piccola o grande che sia, migliora una persona a trecentosessanta gradi.

Qui parliamo di agire su vari aspetti: gestire lo stato emotivo, organizzare un discorso, preparare una presentazione, gestire eventuali obiezioni, accettare i feedback. E la lista potrebbe allungarsi, anche se hai capito che la questione è molto importante. Vuoi migliorare? Parla in pubblico. All’inizio potresti sentirti “strano”, ma un po’ alla volta le cose cambieranno.

Da anni mi occupo di questo aspetto della comunicazione e ho aiutato molte persone a preparare i loro discorsi: politici, imprenditori, liberi professionisti. Ma anche chi voleva solo avere un’occasione di poter porre una domanda durante una riunione senza sentirsi a disagio, o aveva l’esigenza di fare una breve presentazione davanti ai colleghi, al capo, o a un cliente.

Non esiste un modo universale per ottenere questo risultato, ma serve far leva sulla propria autenticità, vera fonte del carisma.

Quindi smettila di fare inutili paragoni. Piuttosto lasciati ispirare da chi ci riesce. Guarda le cose da una nuova prospettiva.

E ricorda, dai il tuo meglio.